«Manca un decreto, poi nasceranno le comunità energetiche, opportunità anche per le parrocchie»; è il sottotitolo che appare nella copertina del secondo numero di Gente Veneta, settimanale di informazione e di opinione della diocesi di Venezia.
Un numero dedicato alle CER – Comunità Energetiche Rinnovabili, tema centrale per il progetto Lucensis, la cui esperienza è raccontata a pagina 5, con un’intervista a Giuseppe Lanzi, Direttore del Progetto.
Oltre a essere energetiche e rinnovabili, le comunità che Lucensis intende costituire, grazie all’impegno dei promotori e della rete di partner in continua crescita, saranno anche solidali: un aggettivo per evidenziare come, tra gli obiettivi del Progetto, ci sia l’utilizzo di una parte delle risorse generate per contrastare la crisi climatica, fronteggiare la povertà energetica e sviluppare dei veri e propri percorsi di ecologia integrale. Tali percorsi mirano ad aprire alle parrocchie nuove vie di comunicazione e di relazione con il territorio, orientando chi ci abita verso stili di vita sostenibili, in un’ottica di custodia del Creato.
Tuttavia, condizione necessaria per concretizzare non solo il Progetto Lucensis ma anche le altre CER in fase di sviluppo è la pubblicazione dei decreti attuativi del D.Lgs. 8 novembre 2021, n. 199 da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (già Ministero della Transizione Ecologica, patrocinatore di Lucensis), non ancora pubblicati.
«Finché non usciranno i decreti attuativi – sostiene il Direttore Giuseppe Lanzi – più di questo, cioè più di creare le condizioni per l’operatività futura, non si può fare. Quelli finora proposti li abbiamo chiamati percorsi di ecologia integrale, ma di fatto sono dei progetti pastorali che hanno ricadute sociali e ambientali».
In attesa della pubblicazione dei decreti attuativi e di conoscere l’entità dell’incentivo che lo Stato destinerà alle CER, Lanzi specifica: «Gli incentivi non sono un regalo che lo Stato fa alle Cer. Lo Stato, semmai, restituisce in questa forma un risparmio reso possibile dalle Cer. Da un lato, infatti, la produzione, lo scambio e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili consente di ridurre le perdite di rete; dall’altro chi gestisce la rete nazionale riesce a non “affaticarla” e a tenerla in equilibrio: è un bel risparmio».
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