In questi giorni si sta svolgendo, presso la Casina di Pio IV all’interno dei giardini Vaticani, il Convegno promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze su Resilience of People and Ecosystems under Climate Stress, dedicato a esaminare l’impatto dei cambiamenti sul nostro clima e a cercare soluzioni pratiche da poter attuare tempestivamente al fine di aumentare la resilienza della comunità umana e degli ecosistemi.
Proprio in occasione di questo incontro, Papa Francesco ha voluto inviare un messaggio ai partecipanti.
Nel testo, il Santo Padre sottolinea come il fenomeno del cambiamento climatico sia «diventato un’emergenza che non può più restare ai margini della società. Al contrario, ha assunto un posto centrale, non solo rimodellando i sistemi industriali e agricoli, ma anche condizionando negativamente la famiglia umana globale, soprattutto i poveri e quanti vivono nelle periferie economiche del nostro mondo».
A tal proposito, sono due le sfide che, come ricorda Francesco, abbiamo di fronte, alla luce della sopraccitata emergenza: «Diminuire i rischi climatici riducendo le emissioni e assistere e preparare le persone ad adattarsi a un progressivo peggioramento dei cambiamenti del clima».
Per fronteggiare la crisi climatica, il Santo Padre richiama quella conversione ecologica (illustrata nell’enciclica Laudato si’, cui anche Lucensis si ispira) che, prosegue Francesco, «richiede un cambiamento di mentalità e un impegno a lavorare per la resilienza della gente e degli ecosistemi nei quali viviamo».
Tuttavia, l’impegno del singolo individuo, pur nella sua fondamentale importanza, non basta. «Sono necessari – ammonisce il Pontefice – sforzi coraggiosi, collaborativi e lungimiranti tra i leader religiosi, politici, sociali e culturali a livello locale, nazionale e internazionale, al fine di trovare soluzioni concrete ai gravi e crescenti problemi che stiamo affrontando».
A preoccupare il Papa si aggiungono, infine, «la perdita della biodiversità (cfr. Laudato si’, nn. 32-33) e le molte guerre che si stanno combattendo in varie regioni del mondo che insieme comportano conseguenze nefaste per il benessere e la sopravvivenza umana, inclusi problemi di sicurezza alimentare e un crescente inquinamento».
Poiché «tutto è connesso» (Fratelli tutti, n. 34), è indispensabile agire prontamente e sinergicamente affinché, come recita la Laudato si’, «l’umanità degli inizi del XXI secolo possa essere ricordata per aver assunto con generosità le proprie gravi responsabilità», ponendo rimedio alle azioni irresponsabili perpetrate dall’umanità del periodo post-industriale.
Per visionare la lettera integrale inviata da Papa Francesco ai partecipanti al Convegno, leggi l’articolo de L’Osservatore Romano cliccando QUI.