Nonostante rappresentino uno strumento fondamentale per combattere la povertà energetica e l’emergenza climatica, le CER – Comunità Energetiche Rinnovabili risultano ancora bloccate.
A distanza di sette mesi dall’entrata in vigore del decreto legislativo 199/21, approvato dal Parlamento italiano in recepimento della direttiva europea 2018/2001 con lo scopo di promuovere lo sviluppo delle CER, mancano ancora i provvedimenti attuativi necessari all’effettiva applicazione della norma.
Oltre 40 realtà, tra cui il Progetto Lucensis, interessate alla promozione delle CER e a sbloccarne l’attività hanno lanciato un appello al Governo italiano, auspicando una pronta risposta da parte dell’esecutivo.
Anche alla luce dell’aggressione russa ai danni dell’Ucraina e del conflitto che ne è scaturito, emerge, infatti, quanto la dipendenza energetica dalle fonti fossili (e in particolare dal gas russo) sia un profondo fattore di debolezza per il nostro Paese e per l’Unione Europea.
L’UE ha, dunque, rivisto, attraverso il programma RePowerEU, l’obiettivo di aumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, rendendolo più ambizioso e passando dal 40% al 45% entro il 2030.
Di conseguenza, il piano nazionale italiano per l’energia e il clima (PNIEC) dovrà essere aggiornato, allineandosi ai target europei attraverso la semplificazione degli iter autorizzativi e la stimolazione all’autoproduzione di energia per imprese industriali, agricole e comunità.
Focalizzandosi proprio sulle comunità energetiche, il Governo italiano ha recepito la direttiva europea REDII che individua in tali comunità lo strumento ideale per contribuire alla transizione ecologica. Tuttavia, l’entusiasmo delle associazioni di settore, suscitato dall’azione governativa, è stato sensibilmente smorzato dalla mancata pubblicazione dei decreti attuativi: una inadempienza che rallenta i progetti e le iniziative legate alle CER, frenando, di conseguenza, anche il percorso verso la transizione ecologica.
Le CER rappresentano un modello di produzione diffusa e partecipata di energia, nonché un prezioso strumento di cittadinanza attiva. I cittadini possono, così, superare lo steccato dell’essere solo consumatori, diventando prosumer e godendo potenzialmente di una parte dei benefici dei produttori.
È dunque particolarmente importante e urgente, a distanza di sette mesi dal decreto legislativo sopraccitato, procedere con la pubblicazione dei decreti attuativi e dei bandi del PNRR riservati ai piccoli comuni: elementi indispensabili per fornire ai tanti operatori, cittadini e imprese le coordinate di riferimento necessarie per la realizzazione delle CER.
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